Uno studio preclinico, utilizzando un modello animale di malattia di Parkinson, ha dimostrato che con una singola esposizione della durata di pochi minuti di stimolazione magnetica transcranica (TMS) è possibile migliorare i sintomi motori e contrastare le alterazioni dei neuroni striatali che mostrano una riduzione delle loro connessioni, tipica della fase sintomatica iniziale della malattia. Lo studio, coordinato dalla professoressa Veronica Ghiglieri dell’Università Telematica San Raffaele Roma, ha utilizzato tecniche di elettrofisiologia e immunoistochimica e per la prima volta ha osservato una risposta di tipo strutturale alla stimolazione con TMS, tecnica non invasiva già clinicamente sperimentata per diverse patologie, per la quale erano stati riportati finora solo effetti nella funzione.