Una tesi sulla psicologia dello sport tutta da testare in campo per la pallavolista della nazionale

 

“Un sorriso contagioso e che trasmette serenità”, così descrivono le compagne di squadra Anna Danesi, la centrale nata a Brescia che nonostante la giovane età – solo 23 anni – ha già vinto tutto in campo.

Ha conquistato la medaglia d’argento al Mondiale di Giappone 2018 e l’oro al Montreux Masters 2018 indossando la maglia azzurra sempre con un atteggiamento solare e fiducioso, ma lei si descrive come una persona semplice e testarda. Sarà questo il segreto che rende Anna un esempio per i più giovani ma, nonostante i 45 mila follower su Instagram, lei non vuole fare l’influencer. Vuole piuttosto vincere fuori e dentro il campo: tanta grinta e determinazione che la giovane atleta mostra in ogni avventura che la vita le pone di fronte, dalla maglia della Saugella Monza conquistata per la stagione 2019-20 alla laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.

Non un obiettivo semplice quello di conciliare la routine dell’allenamento di una giocatrice professionista con l’impegno accademico, ma “potendo studiare online è tutto più semplice”: resta immensa la soddisfazione di sentirsi proclamata dottoressa!

 

Ciao Anna, quando nasce questa passione per la pallavolo?

Ho iniziato a giocare quando avevo 5 anni, mia sorella giocava già nella società del mio paese e mi ha accompagnata lei per la prima volta in palestra. Ho continuato ad andare a lezione perché c'era la mia migliore amica a farmi compagnia. Non mi aspettavo sicuramente di riuscire a raggiungere i traguardi vissuti fino ad ora.

Come sei riuscita a conciliare la routine dell’allenamento con lo studio, le lezioni e gli esami?

Potendo studiare online è tutto più semplice, finiti gli allenamenti o nei giorni liberi ho cercato di dedicare molto tempo allo studio.

Come mai la scelta è ricaduta su questo corso di laurea?

Ho scelto scienze motorie perché è legato a quello che faccio nella vita sportiva di tutti i giorni.

Quale argomento approfondisci nella tua tesi con la Prof.ssa Elvira Padua?

Nel corso degli studi mi sono avvicinata alla psicologia dello sport,  infatti la mia tesi è inerente con la materia perché parla dell'immaginazione mentale dell'azione nello sport. Ho scelto questo tema perché me ne aveva parlato il mio allenatore della nazionale e mi aveva attratto fin da subito, Ne ho poi  sperimentato le tecniche in campo l’estate scorsa.

A chi dedichi la tua tesi?

La tesi la dedico alla mia famiglia e a chi mi è stato accanto in questi mesi di stesura e anche in questi quattro anni di studio.

Cosa hai provato prima della discussione?

Un mix di emozioni: ero agitata, ma avevo la sensazione di star per vincere un’altra partita, un po' diversa dal solito.

L’entusiasmo in campo è lo stesso che metti nello studio?

Ci provo, sinceramente studiare non è sempre divertente come giocare a pallavolo. Sono però due cose che vanno di pari passo: studiare  e giocare a pallavolo comportano entrambi sacrifici, ma grazie ai valori trasmessi dallo sport, insieme a quelli che la mia famiglia mi ha insegnato, affronto lo studio e la vita con positività.

Hai mai pensato di mollare?

No, mai. Né nella pallavolo, né nello studio. Ci sono stati e ci saranno momenti di sconforto, ma in queste situazioni penso agli obiettivi che posso raggiungere e mi faccio forza.

Vuoi dare qualche consiglio ai giovani atleti che, come te, non hanno intenzione di rinunciare allo studio per la carriera sportiva?

Grazie alla possibilità di studiare online ora tutti gli sportivi possono farcela, basta metterci un po' di impegno e volontà per riuscire benissimo a conciliare sport e studio.

Chi è Anna fuori dal campo?

Utilizzando pochi aggettivi mi descrivo come una persona semplice, solare e testarda. Mi piace leggere, uscire a cena con le amiche e, appena posso, viaggiare per scoprire nuove città. Mi piacerebbe anche iniziare un corso per imparare a suonare la chitarra, per ora però non ho molto tempo a disposizione.

Anche se sei giovanissima, hai rimpianti?

Se ripenso a qualche sconfitta o finale persa mi dispiace non essere stata incisiva in campo come avrei voluto. Però non ho rimpianti, sono contentissima di tutte le scelte che ho fatto e del percorso di vita che si è avviato.

Se non fossi diventata un’atleta professionista, cosa faresti oggi?

Da piccola volevo fare un sacco di lavori, ora non saprei proprio, non riesco ad immaginarmi una vita che non dipenda dalla pallavolo.

Sai di essere un esempio per i giovani - hai 45 mila follower su Instagram. Che rapporto hai con loro?

Non faccio molto caso al numero di follower sui social, non pubblico tanto sui miei profili e se lo faccio è perché mi piace veramente lo scatto o perché credo possa essere un contenuto interessante per chi mi segue. Mi piacerebbe però essere sicuramente più attiva.

Progetti per il futuro?

Continuerò all’Università Telematica San Raffaele Roma con il Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattate. Non so in quale ambito lavorerò quando finirà la mia carriera pallavolistica, ma non escludo di continuare con altri studi dopo la magistrale.

Paure sul futuro?

Sicuramente quando dovrò smettere di giocare a pallavolo inizierà un'altra vita, totalmente diversa da quella che conduco ora. Questo un po’ mi spaventa: il non sapere cosa farò non mi fa sentire a mio agio essendo una persona a cui piace la perfezione, di solito infatti ho già tutto programmato.

Il tuo sogno più grande?

Ne ho davvero tanti, ma partecipare alla mia seconda Olimpiade è al momento quello che vedo più prossimo alla realizzazione.