E' grazie ad un importante lavoro di ricerca e sperimentazione del Centro cefalee dell'IRCSS San Raffaele di Roma che si aprono nuove speranze di cura per tutti coloro che soffrono dell'invalidante disturbo. Dell'importante risultato ne dà ampio riscontro il quotidiano la Stampa. Nonostante l’emicrania sia la terza malattia più frequente al mondo e la seconda più disabilitante, il suo trattamento si limita spesso a un inutile «fai da te». Ed è partendo da questa considerazione che il centro ricerche del San Raffaele di Roma ha dato vita al primo registro nazionale dedicato all’emicrania, uno strumento necessario per orientare al meglio le cure. Tecnicamente i neurologi descrivono il mal di testa come una «tempesta nervosa», caratterizzata da un dolore forte, spesso unilaterale, che tende ad essere pulsante e in cui luci e rumori appaiono particolarmente fastidiosi.  "Diverse analisi - spiega Barbanti, neurologo responsabile del Centro cefalee dell’Irccs San Raffaele di Roma - mostrano che dall’esordio dei sintomi all’inizio delle terapie possono addirittura passare dai 10 ai 20 anni e spesso chi ne soffre peregrina da uno specialista all’altro, affrontando esami inutili». Un percorso ad ostacoli dai costi non indifferenti. Ma se gli analgesici sono utili e necessari all’esordio dei sintomi, quando l’emicrania colpisce più di una volta a settimana non è sufficiente curare «al bisogno». Occorre prevenire il dolore. Oggi sono disponibili numerosi trattamenti preventivi, ultimo in ordine di tempo quello a base di anticorpi monoclonali «antiCgrp». Erenumab  «Nel centro - sottolinea il Prof. Barbanti - abbiamo sperimentato Erenumab, . Dopo due mesi di trattamento l’87% degli emicranici cronici ha dimezzato e più il numero di episodi mensili. ». Risultati importanti, che dimostrano anche che l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale è associato a una riduzione del numero di analgesici utilizzati dai pazienti" . Si tratta di un trattamento, al momento, ancora a carico del paziente, ma che probabilmente sarà oggetto di negoziazione da parte dell’Aifa (l’Agenzia del farmaco) entro l’anno. È in questa direzione che si inserisce la creazione del Primo registro nazionale dell’emicrania. «Per il Sistema sanitario sarà uno strumento di appropriatezza e sostenibilità e metterà a disposizione del mondo scientifico una banca dati di grande valore. L’idea è creare, grazie all’adesione dei principali centri che trattano le cefalee, una sorta di “passaporto biologico” del paziente con emicrania per identificare il grado di evoluzione del disturbo  e orientare al meglio le cure."