Lo sport come lezione di vita: insegna che per avere dei risultati bisogna lavorare duro ed Elettra Maria Olivotto, classe 1995, sa bene cosa vuol dire. La giovane pattinatrice nata in Alto Adige, Dott.ssa in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele Roma, ha sempre affrontato le avversità sul ghiaccio e nella quotidianità con tanta grinta, perseguendo gli obiettivi sportivi e accademici con grande successo.
Quando ha indossato per la prima volta i pattini? Come si è sentita?
“La prima volta che ho messo i pattini avevo tre anni. A mia mamma è sempre piaciuto molto il pattinaggio artistico su ghiaccio e un giorno ha deciso di portarmi a pattinare sulla pista di Dobbiaco, la pista più vicina al mio paese. Fin da subito mi sono trovata a mio agio sul ghiaccio e me ne sono innamorata. Ho sentito una fortissima connessione con il ghiaccio e ancora oggi considero la pista di pattinaggio il luogo dove mi sento più in pace con me stessa.”
Donna, sportiva e studentessa. Il segreto per conciliare tutto?
“Riuscire a conciliare gli allenamenti con lo studio non è sempre stato facile, perché c’è stato bisogno di una grande organizzazione e forza di volontà. Quest’ultima ogni tanto dopo le giornate intense di allenamento è stata difficile da trovare. Però la mia esperienza è stata molto positiva proprio per questo motivo: potendo organizzare indipendentemente i miei orari per le lezioni sono riuscita perfettamente a gestire lo studio, integrandole nelle pause tra un allenamento e l’altro. Ho dovuto saltare però qualche sessione d’esame, in quanto capitavano esattamente durante o poco prima delle mie gare.
In quanto sportiva e studentessa mi sono sentita infatti molto valorizzata nel momento in cui sono stata scelta e sono riuscita a qualificarmi per partecipare alle Universiadi di Krasnojarsk nel 2019. Per me è stata una grande vittoria personale, perché sono riuscita a portare avanti in modo serio la mia passione per lo studio e per l’agonismo, senza trascurare nessuno dei due.”
Oggi Dottoressa in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele con una tesi sull’allenamento mentale, come mai questa scelta?
“Quando ho deciso di iscrivermi all’università vivevo in Germania e allenandomi all’incirca cinque ore al giorno avevo bisogno di scegliere un’università che mi permettesse degli orari molto flessibili e che mi permettesse di andare in sede solo per dare gli esami. Dopo aver fatto delle esaustive ricerche sulle diverse università telematiche, ho deciso che l’Università Telematica San Raffaele per me sarebbe stata la scelta ideale sia per il piano di studi che mi interessava molto, sia per i professori rinomati di questa università. E così è stato. La mia tesi su “L’importanza dell’allenamento mentale per l’atleta agonista di pattinaggio artistico su ghiaccio” nasce proprio dall’esperienza personale: più volte ho riscontrato delle difficoltà nella mia motivazione, nella preparazione mentale alle gare e nel recupero dagli infortuni, senza essere seguita o sostenuta in quei periodi da uno psicologo dello sport.
Durante il mio percorso da atleta, ho incrociato spesso il cammino con allenatori che non sono stati in grado di gestire le difficoltà psicologiche dei propri atleti, ma ne ho anche incontrati altrettanti con delle ottime conoscenze della psicologia dello sport. Questi ultimi erano in grado di aiutare e sostenere i propri atleti non solo negli allenamenti fisici ma anche psicologicamente. La differenza nelle prestazioni sportive dei loro atleti era evidente, facendomi rendere conto quanto un atleta di alto livello avesse bisogno di allenamenti tecnici e atletici, ma anche di una componente psicologica importante. Ancora oggi purtroppo, nei corsi di formazione per allenatori di pattinaggio artistico su ghiaccio, viene data poca importanza alla psiche degli atleti, rendendolo un tema apparentemente trascurabile e fine a se stesso, senza fornire un metodo di supporto agli atleti e ai futuri allenatori. Sembra non essere ancora chiaro che la differenza tra un campione e un atleta normale, entrambi con le stesse abilità fisiche e tecniche, sta spesso proprio nel lavoro mentale adottato dal campione. Per questi motivi ho deciso di approfondire questo argomento, in quanto sono sicura che mi servirà anche per il mio futuro da allenatrice.”
Un consiglio ai giovani atleti che non hanno intenzione di rinunciare allo studio per la carriera sportiva?
“I miei genitori mi hanno permesso di seguire il mio sogno di diventare atleta agonista di pattinaggio artistico su ghiaccio andando via di casa a tredici anni, a condizione che a scuola avessi preso dei bei voti. Per la mia famiglia questo aspetto dell’educazione non è mai stato messo in discussione. Infatti, mi sono diplomata al liceo scientifico Albert Einstein di Merano, ho frequentato il quarto anno all’estero al Ginnasio Gertrud Von Le Fort di Oberstdorf per poi continuare con il Corso di Laurea in Scienze Motorie. In tanti mi hanno detto che prima o poi avrei dovuto scegliere la strada da prendere. O lo studio o lo sport. Spesso mi sono sentita dire che non mi sarei mai laureata allenandomi così tanto. Io invece non ho mai avuto il minimo dubbio che sarebbe successo prima o poi. Ho avuto il sostegno giusto da parte della mia famiglia e una grande forza di volontà e mi sono anche resa conto che volere è potere. Ho sempre saputo che avere solamente una carriera agonistica in tasca non è una certezza per il futuro. Lo studio è importante perché si ha una carta in più, l’attività agonistica è effimera e può finire in un qualsiasi momento, che sia per un infortunio, per la chiusura della pista o per un qualsiasi altro motivo. L’educazione invece è per sempre e dà delle certezze sulla vita una volta che sarà conclusa la carriera agonistica. Quindi ai giovani atleti consiglio di non ascoltare mai la gente che ti dice che non ce la farai, bisogna proseguire per la propria strada e non mollare mai.”