Giulia Moltrasio è la giovane alzatrice palermitana, approdata ad Olbia nel 2018 per disputare il campionato di volley femminile in serie A, laureata in Scienze e Tecniche delle Attività Preventive e Adattate presso l’Università Telematica San Raffaele Roma. 

“Ho sempre pensato che lo sport avrebbe fatto parte della mia vita e sarebbe diventato il mio lavoro. Ma è solo grazie all'università telematica che ho potuto accettare una sfida così lontana da casa senza abbandonare il mio percorso formativo” racconta con determinazione la pallavolista.

 “Oltre al volley, amo il basket e sono allenatrice di minibasket, ma faccio anche la personal trainer. Mi piace guidare le persone verso uno stile di vita sano, promuovendo il benessere senza estremismi”. È così che lavoro, studio e passione si intrecciano saldamente per Giulia.

Ma il percorso degli sportivi è pieno di ostacoli e imprevisti e lei lo ha testato sulla propria pelle quando, durante il primo anno di serie A, ha subìto la rottura del legamento crociato anteriore. “L’episodio, oltre ad insegnarmi cosa significa realmente spirito di sacrificio, ha segnato completamente la mia vita professionale e non. Per questo motivo ho deciso che il training neuromotorio nel recupero dei pazienti con questa patologia sarebbe stato l'argomento della mia tesi”.

Un infortunio che non ha affatto placato la voglia di valicare nuovi traguardi fino al giorno della laurea. “Unico rammarico è quello di aver discusso la tesi in modalità virtuale a causa della pandemia perché non ho potuto avere accanto a me, nel momento della proclamazione, tutti coloro i quali mi sono stati vicini durante quel periodo molto difficile mentalmente e fisicamente”.

Raggiunto questo obiettivo però Giulia guarda già al futuro piena di entusiasmo. “L’esperienza mi ha insegnato che non bisogna mai abbattersi, anche quando tutto sembra andare contro. Per questo voglio continuare a dedicarmi allo sport senza tralasciare lo studio: non so ancora in cos’altro specializzarmi, ma sono troppo curiosa e giovane per smettere di studiare!” conclude.