Alessandra Guasti è la schiacciatrice toscana dell’Olimpia Teodora Ravenna, protagonista indiscussa della massima serie della pallavolo italiana che in questi anni, insieme ad una Coppa Italia e un campionato di serie A2, conquista una laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele Roma con una tesi incentrata sul ruolo dell’ansia negli atleti.

Come nasce la passione per il volley?

“Ho iniziato a giocare a pallavolo grazie a mia sorella Francesca: la verità è che come ogni sorella minore dovevo un po' copiare tutto quello che faceva lei. All’età di 6 anni sono entrata a far parte della squadretta del mio paese, ma mai mi sarei aspettata di ricevere a 13 anni un’offerta dalla Foppapedretti Bergamo: entravo così a far parte del settore giovanile di una delle squadre più forti in Italia. Ero una ragazzina, non sapevo cosa mi aspettasse a 300 km da casa. Tanti sacrifici ma grandi soddisfazioni: è arrivata presto la chiamata prima in A1 e poi in A2 vincendo prima la Coppa Italia e poi la promozione nella massima serie”.

Quanto è importante praticare sport?

“Molto, mi ritengo fortunata ad aver conosciuto questo mondo da piccola, perché attraverso di esso ho imparato la convivenza e l'accettazione degli altri. Lo sport mi ha insegnato a lottare fino all'ultimo punto, a non arrendermi alle prime difficoltà e a impiegare il mio tempo in modo proficuo. Ho imparato a perdere e a rispettare l'avversario”.

Qual è il segreto per essere un’atleta di altissimo livello e una studentessa brillante?

“Organizzazione e testardaggine! Potendo studiare online è tutto più semplice. Grazie ad un dettagliato piano settimanale degli allenamenti cerco di far coincidere tutti gli orari, in modo da avere il tempo necessario per dedicarmi allo studio, agli esami e alla stesura della tesi”.

Una tesi triennale a misura di atleta: perché approfondire il ruolo dell’ansia nello sport?

“È uno stato emotivo che molti atleti si trovano ad affrontare più volte nella loro esperienza sportiva ed è bene condividerla con i propri compagni di squadra. Nel corso del mio lavoro di tesi sono riuscita ad appurare infatti, tramite varie interviste, che parlare d’ansia è tutt’oggi un tabù. Molti scelgono di nasconderla perché la vivono come una debolezza. Bisogna invece comprendere che si tratta di un’emozione comune. Solo riconoscendola e allenandola, proprio come avviene a livello tecnico e tattico in ogni sport, la si può vincere”.

Pare inequivocabile il connubio tra studio e sport. Un consiglio ai giovani atleti che temono di non poter condurre entrambe le carriere?

“I miei genitori mi hanno permesso di seguire il mio sogno, andando via di casa a 13 anni, a condizione che finissi il mio percorso scolastico. Devo dire grazie a loro per avermi imposto questo impegno, ma un immenso ringraziamento va anche all’Università Telematica San Raffaele Roma che ha permesso ad un’atleta professionista come me di portare avanti il percorso accademico senza rinunciare alla carriera sportiva.
Adesso mi rendo conto quanto sia importante studiare e avere un’alternativa. Purtroppo il nostro “lavoro” può finire da un momento all’altro ed è quindi importante avere un piano B. Infatti dopo la laurea in Scienze Motorie, ho deciso di proseguire il mio percorso universitario presso questo Ateneo iscrivendomi al corso magistrale di Scienze della Nutrizione Umana: un ambito che mi ha sempre affascinato e spero mi regali nuove opportunità”.